Disturbo Bipolare – qualità della vita

Il Disturbo Bipolare rappresenta un serio problema di salute pubblica, costituendo una patologia ricorrente, che tende a cronicizzare e a compromettere la qualità della vita di coloro che ne sono affetti. Il Disturbo Bipolare rappresenta inoltre la sesta causa di inabilità lavorativa nel mondo (Woods, 2000) e comporta una considerevole spesa economica e sociale, diretta – ricoveri ospedalieri, utilizzo di risorse mediche – e indiretta – costanti cali lavorativi e perdita di produttività. In aggiunta, il Disturbo Bipolare può comportare un grave deterioramento della vita sociale e familiare del paziente ed una conseguente compromissione della qualità della vita dei suoi familiari.

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Fortunatamente oggi si dispone di trattamenti molto efficaci per mantenere compensato il Disturbo Bipolare, così che molte persone, che in altre epoche sarebbero vissute emarginate, possono attualmente condurre una vita normale. Esistono molte persone con questo disturbo che riescono ad avere una vita sociale, familiare e sentimentale completamente adeguata, con un buon rendimento lavorativo, pari a quello di qualsiasi altra persona non affetta da tale disturbo. Di fatto, l’elenco di persone affette dal Disturbo Bipolare, che oggi occupano un ruolo nella storia è interminabile: leader politici come Churchill, pittori come Van Gogh o Gauguin, brillanti compositori come Schumann o TchaiKosvskj, eminenti scrittori come Virginia Wolf, Hemingway, Baudelaire, Hesse, ecc.

Il Disturbo Bipolare, infatti, non deve necessariamente limitare la vita di chi ne soffre, anzi può offrire risorse al di sopra del comune, ma deve essere efficacemente trattato e ben gestito. Tuttavia, per la natura stessa del Disturbo Bipolare e per lo stigma ad esso associato, accettare di avere una malattia mentale e di doverla trattare è un passo difficile. Tale situazione è comprensibile in quanto significa riconoscere alcuni dei propri stati interni e delle proprie emozioni come sintomi di una patologia, quindi come qualcosa di altro da sé: ciò non è cosa semplice, considerando che tali vissuti si sono sempre pensati come parti integranti della propria identità. A ciò si aggiunga il contesto culturale in cui viviamo, che fa della malattia mentale un tabù, qualcosa da cui diffidare e da cui difendersi, qualcosa di cui aver paura in quanto incomprensibile. Per tale ragione si riafferma la necessità di integrare la terapia farmacologica con un percorso psicologico, di informazione e supporto, di comprensione e legittimazione, imprescindibili per il corretto trattamento del Disturbo Bipolare.